CAMPI DI POPCORN

Il Grigna colpisce ancora

Un disco inevitabilmente "in progress" questo "Campi di Popcorn", terza prova solista a firma Gianluca Grignani. Svanito lo stupore per le acide dissonanze dell'epocale "La Fabbrica di Plastica", il nostro sposa con scioltezza le decantate "no surprises" radioheadiane per dedicarsi maggiormente all'inspessimento del song-writing e, deo gratias, dello stile (fin troppo facile a questo punto l'esempio del singolo "Baby Revolution"...). Ecco perchè i brani di quest'album sembrano composizioni legate a filo doppio con il vituperato debutto di Gianluca, ma suonate altresì con il grazioso "spleen" del suo secondo LP. Dall'opera tertia emergono quindi i vezzi cantautorali ("Buongiorno guerra" e soprattutto "La canzone", sette minutici estatici che hanno una paurosa assonanza con il primo, sconvolto Rino Gaetano), i barocchi Vascorossismi ("Campi di Popcorn"), i tremendi isterismi-rock ("Dalla cucina al soggiorno", "Scusami se ti amo" e la conclusiva, psicologicamente nuda "The joker") ma anche tanta psichedelia "shoe-gazer" (una vorticosa di feed-backs "Little man" e una "Candyman" che non sappiamo se citi Clive Barker...) ed un siparietto tribale (l'eccezionale "Dio privato") che mai t'aspetteresti...

E pur confermandosi, a tratti, assoluto maestro della depressione teen-ageriale ("Marce 1/2"), il Grigna ,anche in quest'opera, non difetta di donarci uno dei suoi confetti armonici che faranno storia, in bilico fra meravigliosa ariosità ed astuto profilo commerciale: il pezzo s'intitola "Mi piacerebbe sapere" e, da perfetto capolavoro pop, metterà d'accordo un pò tutti... Ancora uno o due album a questo livello e l'estro di Grignani brillerà più di qualsiasi Supernova.

Galatticamente garantito.

Si.Sa.

 


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